Quanto spetta ad una vedova dalla pensione del marito?

In Italia esistono cinque diversi tipi di pensione, una delle meno note è quella di reversibilità. Come funziona, a chi spetta e quanto vale

Il meccanismo della pensione di reversibilità
Due anziani che si tengono le mani – Codiceateco.it

Il sistema pensionistico italiano a dispetto di critiche, limiti e sbilanci è uno dei più avanzati al mondo. Un sistema nel quale le prestazioni minime, quelle necessarie quanto meno alla sopravvivenza sono garantite universalmente. Basti pensare ad un istituto come la pensione sociale, per non tacere della pensione di vecchiaia o meglio ancora la pensione di invalidità e l’assegno di inabilità.

Concetti non sempre presenti nei sistemi pensionistici europei, un vanto del nostro sistema, un pilastro dello Stato Sociale. Ma accanto a tutto questo esiste anche un tipo di pensione che viene erogato in un caso esclusivo. Ed è un caso che nessuno si augura di vivere, quello del decesso del coniuge.

Questo istituto si chiama pensione di reversibilità, o meglio pensione erogata al coniuge superstite, ovvero quello che sopravvive al decesso del titolare dell’assegno. un istituto regolato da regole precise e da casistiche molto chiare e nette. Ecco quali sono, come funzionano e quanto valgono in termini economici.

Pensione di reversibilità, quanto rimane al coniuge superstite

Pensione al coniuge superstite
Pensionati in attesa all’INPS – codiciateco.it

Partiamo dalla premessa. La pensione di reversibilità può essere erogata solo ed esclusivamente in presenza di una pensione già attiva o che il coniuge deceduto abbia versato almeno 15 anni di contributi o almeno tre anni di contributi nei cinque anni precedenti al decesso. Non parliamo di anno solare ma di rateo.

Detto questo passiamo alle casistiche. L’assegno al coniuge superstite viene erogato il mese successivo alla morte del titolare dell’assegno di pensione. Ed è nella dimensione del 60 per cento dell’ultimo assegno ricevuto in vita dal coniuge deceduto. Questa percentuale varia se ci sono anche dei figli. Nello specifico, se il figlio è uno solo l’assegno di reversibilità sarà dell’80 per cento mentre se i figli a carico sono due o più si arriva al 100 per cento dell’ultimo assegno.

Ci sono poi tutta una serie di casistiche in ordine ad eventuali separazioni, divorzi e assegni divorzili. Ma qui dobbiamo addentrarci nel diritto di famiglia e nelle previdenze tra coniugi. E quindi tenere conto se i coniugi separati si sono anche risposati, se sono solo conviventi e se ci sono alimenti. Ovviamente viene privilegiato il coniuge superstite e i figli rispetto ai rapporti successivi. Il tutto è però puntualmente regolato tanto dalla norma quanto dal codice civile

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