In arrivo notizie non positive per chi ha presentato la domanda ADI: cosa cambia per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’Assegno di inclusione (o ADI). L’ADI è un sussidio economico riconosciuto ed erogato ai nuclei famigliari in condizioni di svantaggio che ne fanno richiesta. Sono migliaia gli italiani che hanno presentato domanda di Assegno di Inclusione. Tra questi, la maggior parte ha già ricevuto le prime tre mensilità e attende la ricarica tra pochi giorni della quarta mensilità. Sono però anche tante le persone la cui domanda risulta ancora nello stato “sospesa”. Ecco le ultime notizie e aggiornamenti per i beneficiari ADI la cui domanda è bloccata.
Cosa succede ai richiedenti ADI la cui domanda è ancora bloccata: tutte le informazioni
In data 14 febbraio 2024, sul sito web dell’INPS è stato pubblicato il Messaggio Hermes numero 684 avente per oggetto le modalità per la verifica dello stato delle domande ADI. Nel comunicato si legge che gli utenti che hanno presentato domanda di Assegno di Inclusione entro il 31 Gennaio potranno visualizzare nel portale istituzionale dell’Inps, se questa è stata accolta, respinta o sospesa per la necessità di un supplemento istruttorio.
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha annunciato l’anticipo del pagamento della prima mensilità al 15 aprile: chi ha presentato la domanda ADI lo scorso mese, riceverà quindi l’accredito il 15 anziché il 16 aprile.
In altri casi invece le domande sono ancora sospese. Ciò accade quando alcune voci dell’istanza devono ancora essere sottoposte a controllo, la domanda ADI viene bloccata. L’Assegno di Inclusione verrà sospeso anche se non si rispettano le scadenze obbligatorie. La normativa inerente l’ADI prevede che i beneficiari debbano presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale. La mancata presentazione comporta la sospensione del sussidio economico.
Lavorazioni della domanda ADI
Le lavorazioni delle domande ADI procedono però a rilento. Nel caso di istanze sospese per la necessità di un supplemento istruttorio, i controlli anagrafici dovranno essere affidati ai Comuni. Saranno i Comuni, attraverso l’incrocio delle informazioni dichiarate dal cittadino, a controllare i dati presenti nella domanda. L’INPS, dunque, contestualmente alla sospensione della domanda comunica, attraverso la piattaforma GEpI, ai Comuni la necessità di ulteriori verifiche. Si tratta però di un processo che richiede tempi lunghi.
I Comuni, dopo l’esito delle verifiche, devono rispondere all’INPS attraverso la stessa piattaforma GEpI entro sessanta giorni a partire dalla data in cui l’INPS ha chiesto ulteriori verifiche ai Comuni stessi. Le condizioni di svantaggio, dichiarate dal cittadino al momento della presentazione della domanda, dovranno essere certificate dai Comuni. Una volta che i Comuni avranno completato le verifiche, l’INPS incrocerà i dati ricevuti da Comuni con quelli ricevuti dai cittadini e provvederà a sbloccare o annullare l’istanza.
Gli Uffici dei Servici Sociali dei Comuni procedono nelle verifiche con notevole ritardo. Ciò è dovuto soprattutto agli ulteriori controlli a cui sono tenute le ASL per accertare le condizioni di svantaggio dei nuclei famigliari.