Tassi di interesse, sono arrivate gli attesi provvedimenti della BCE. Vediamo cosa ha scelto il Consiglio direttivo dell’istituto finanziario.
All’inizio del mese scorso, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea aveva tagliato gli interessi di un quarto di punto percentuale. La scelta aveva suscito reazioni molto positive tra gli operatori finanziari, con prospettive di ripresa del credito e dei finanziamenti ad imprese e famiglie. D’altra parte tuttavia, la BCE non aveva lasciato trapelare indicazioni ufficiali sulle mosse future.
Ora quelle indicazioni attese dal mercato sono arrivate, proprio nelle ultime ore. Le decisioni della Banca centrale hanno un’influenza determinante sul costo del denaro in tutto il continente. Ricordiamo che prima dell’ultimo taglio, i tassi erano cresciuti per un lungo periodo con lo scopo di raffreddare le spinte inflazionistiche. Obiettivo raggiunto, almeno parzialmente, tuttavia con l‘effetto di inibire e rallentare la ripresa economica dopo la crisi degli anni precedenti.
Tassi di interesse, cosa è successo
La prudenza della BCE, con un taglio minimo pur se significativo, è stata confermata con le ultime decisioni. Infatti i tassi degli interessi non sono variati restando al 4,25 per cento per i rifinanziamenti principali, al 3,75 per cento sui depositi, al 4,50 per cento sui prestiti marginali. Le valutazioni precedenti restano invariate, confermando le caute previsioni sull’andamento dell’inflazione.
L’obiettivo dell’inflazione al 2 per cento resta confermato e a quello scopo la BCE “manterrà di tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario” a cogliere lo scopo. Dunque chi sperava in un’ulteriore abbassamento dei tassi è rimasto deluso. Inoltre la stessa presidente della BCE Christine Lagarde ha ribadito che l’istituto deciderà esclusivamente sulla base dei dati economici, decidendo di riunione in riunione.
Non ci saranno quindi percorsi programmati di taglio dei tassi di interessi. La prossima decisione di settembre sarà guidata esclusivamente sui dati disponibili, basandosi sulle proiezioni dei mesi precedenti. Lagarde ha aggiunto che la ripresa economica del trimestre ha frenato rispetto a quello trascorso, con i servizi che vanno meglio in confronto a produzione industriale ed esportazioni.
Quindi emergono elementi positivi per l’economia continentale, ma non al punto di abbassare la guardia contro l’inflazione. La crescita appare al ribasso a causa delle tensioni internazionali che si riflettono sul commercio mondiale, con frizioni in aumento tra le grandi potenze economiche. Il pericolo è un aggravamento della situazione sulla zona euro. Lagarde ha indicato poi quali devono essere le strategie dei Paesi UE: attuazione senza ritardi del PNRR e rispetto delle nuove regole del Patto di stabilità.
Questi sono gli strumenti individuati dalla Banca centrale europea per contenere debito e deficit pubblici. Significa quindi che gli spazi di manovra per i singoli governi, compreso quello italiano, sono sempre più ridotti rispetto al contenimento delle spese pubbliche, senza considerare un possibile ulteriore stop alla ripresa di mutui, credito e finanziamenti per famiglie e imprese.