Parliamo di tassa di successione e di come riuscire a pagare meno: ecco alcuni accorgimenti utili per riuscire a diminuire le spese di successione.
Oggi parliamo di tassa di successione. Una tassa poco amata da tutti e che capita doverci entrare in contatto. Una tassa che sfrutta la possibilità di una successione per riuscire a recuperare un quantitativo economico per le casse dello stato. La tassa ha delle regole, ovviamente, che ne identificano la struttura e ci permettono di comprenderne, però, anche i punti deboli. Oggi parliamo di come pagare meno la tassa di successione, senza violare nessuna legge, nel rispetto dell’intera società.
Come pagare meno la tassa di successione: ecco alcune possibilità
Quando parliamo di tassa di successione è facile cadere nella retorica che segue questo tipo di tassazione. Dibattiti che vedono al centro l’eticità di questa tassa e del suo peso che ha su patrimoni che non sono realmente così cospicui. Ma questo dibattito lo lasciamo ai tavoli algida rossi, per oggi proviamo a spiegare come sopravvivere al meglio dalla tassa di successione. Ecco quindi alcune idee che possono essere utili per riuscire ad abbassare la spesa di successione, senza conseguenze legali.
Prima di tutto dobbiamo capire il procedimento che ci porta alla tassa qui presente. Quando si apre una successione ereditaria, a seguito del decesso del de cuius, quindi del deceduto, gli eredi hanno l’obbligo di presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione. È compito, quindi, dell’AdE calcolare l’imposta per il trasferimento agli eredi dei beni nell’asse ereditario. Sono esentati dalla tassa gli eredi in linea diretta per successioni con patrimoni inferiori ai 100.000 euro o dove non vi sono beni immobili in eredità. Tutto questo dovrà essere avviato dall’erede e non dal de cuius, al quale spetterebbero delle scelte da fare per diminuire le tasse di successione all’erede.
Imposta di successione: come funziona
Parlando di beni immobili, possiamo proporre un’accortezza che può attuare l’ancora proprietario dell’immobile per diminuire le future tasse di successione. Il proprietario, infatti, può fare una donazione con riserva di usufrutto, ai sensi dell’art. 796 del c.c.. In questo modo conferisce la nuda proprietà agli eredi e mantiene l’usufrutto dell’immobile finché è vivo. In questo modo l’imposta di successione non verrà calcolata sull’intero immobile ma solo sulla nuda proprietà abbassando il costo della tassa.
Insieme a questa strategia possiamo pensare ad un’altra idea che, invece, coinvolge il denaro liquido in banca. Infatti il futuro de cuius può scegliere di cointestare con i suoi futuri eredi il conto corrente. Così facendo, secondo la legge, la proprietà del conto verrà divisa in parti uguali e bisognerà pagare la tassa di successione solo sulla liquidità che viene identificata al de cuius.
Dai beni immobili al conto corrente: ecco alcune accortezze
Possiamo, infine, scegliere anche di fare alcune mosse finanziaria per salvaguardare gli eredi dai costi delle tasse di successione. Per prima cosa parte del patrimonio può essere investito in strumenti finanziari che non subiscono questa tassazione. Parliamo, quindi, di titoli di stato, anche titoli di stato emessi dai paesi europei, titoli di debito pubblico, titoli emessi da organismi internazionali, titoli del risparmio postale e buoni del tesoro.
Insieme a questa scelta, infine, come mossa finanziaria volta a salvaguardare gli eredi può essere un’assicurazione sulla vita. Alla morte del soggetto proprietario dell’eredità l’assicuratore dovrà la somma di denaro agli eredi e questa transazione si potrà escludere dal patrimonio ereditario, così, quindi, non solo non tassandola, ma anche non facendo somma nel calcolo della soglia prevista di 100mila euro.