Tra le tante tasse da pagare la Tari è una di quelle più complesse da calcolare, soprattutto a fronte delle nuove modalità di pagamento.
La gestione dei rifiuti è uno degli aspetti più complessi dell’organizzazione urbana. Ogni anno produciamo infatti centinaia di chili di spazzatura: nel 2019 la media pro capite europea era di 504 kg, nel 2020 di 521, l’anno successivo di 527. Insomma, siamo di fronte a un chiaro trend in ascesa, che rende la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti un tema a dir poco delicato.
In Italia la tassa prevista per la gestione dei rifiuti è la Tari, che viene versata al proprio Comune di residenza. E dal momento che sta subendo alcune modifiche per il 2024, le autorità governative hanno concesso delle proroghe sulla Tari al fine di adeguarsi alle nuove direttive.
Proroga scadenze Tari: la complessa gestione della tassa sui rifiuti
Nello specifico il termine per l’approvazione dei Piani Economici Finanziari (PEF) e delle tariffe comunali è stato spostato dal 30 aprile al 30 giugno 2024. Lo scopo è quello di dare il tempo ai Comuni di adeguarsi alle nuove regole introdotte dall’ARERA, che comportano calcoli complessi sul pagamento della Tari.
In particolare nella Tari, che può essere domestica o non domestica quando interessa ad esempio le attività produttive, sono compresi alcuni costi fissi e altri che variano in base alle caratteristiche dei nuclei familiari e dei loro immobili. Alcuni esempi sono i metri quadri della casa o il numero di persone che compongono il nucleo.
Multe e bonus: attenzione a come gestisci la Tari
Ebbene, in ogni Comune si deve pagare la tassa dei rifiuti, che può comportare gravi sanzioni e multe in caso di mancato pagamento o pagamento in ritardo. I termini di scadenza possono variare di luogo in luogo: a Milano, per esempio, è previsto il saldo entro fine anno, mentre a Napoli entro febbraio 2025.
Inoltre bisogna considerare anche alcuni bonus ed esenzioni. Uno di questi è il Bonus Tari, concesso su base ISEE. Un’altra agevolazione è lo sconto sui rifiuti organici previsto da alcuni Comuni per tutti coloro che producano compost dai propri rifiuti. L’organico pesa per il 35% sulla produzione totale ma può essere convertito in fertilizzante in modo semplice e sostenibile. Per richiedere questo sconto bisogna seguire le direttive del proprio Comune e inoltrare domanda solitamente entro il 30 giugno.