Buoni fruttiferi, puoi farli anche cointestati: come funzionano in questo caso

Buoni fruttiferi postali, sai che si possono fare anche cointestati volendo? Ecco come funzionano i guadagni e come si dividono le cifre investite in coppia o più 

buoni fruttiferi cointestati
Buoni fruttiferi cointestati, come funzionano nel dettagli – CodiciAteco.it

Correva l’anno 1924 da quando i buoni fruttiferi postali facevano il loro ingresso sul mercato italiano. Da allora, non sono mai più usciti né dal settore e nemmeno dal cuore degli italiani. Hanno piuttosto guadagnato sempre più credito, fino a diventare un pilastro della cultura per quanto riguarda il risparmio italiano. Molti di noi ancor oggi hanno memoria dei nonni e dei buoni fruttiferi conservati che hanno portato un po’ di gioie economiche dopo anni di accantonamento e pazienza. Abitudine passata poi ai figli e ai figli dei figli caratterizzando discendenze.

E’ una procedura apprezzatissima, questa, per un motivo determinate: il capitale investito è sempre al sicuro perché è garantito dallo Stato italiano. Si guadagna poco, sì, ma il rischio è zero. Chi va piano va sano e va lontano, dicevano gli anziani: meglio seminare e raccogliere poco man mano piuttosto che azzardare e rischiare di ritrovarsi con un pugno di mosche tra le mani. E parlando di soldi e di risparmi di una vita, meglio non scherzare assolutamente. Decisamente più saggio investire in maniera ponderata e, alle giuste condizioni, far maturare i guadagni nella maniera più opportuna e senza affanni o preoccupazioni.

Buoni fruttiferi postali, i motivi del successo storico

logo poste italiane
Buoni fruttiferi Poste, perché sono vantaggiosi e continuano ad essere richiesti – CodiciAteco.it

A rendere i buoni fruttiferi postali invitanti è anche la possibilità, in caso di necessità, di essere rimborsati in qualsiasi momento. Serve ovviamente raggiungere determinate soglie temporali per maturare gli interessi, ma in caso di necessità si può subito avere accesso alle proprie somme e senza alcun vincolo burocratico. Anzi, via app è immediato: questione di secondo e le cifre passano dal buono al conto corrente. Che sia nell’interezza o solo una parte: è direttamente il proprietario di quelle somme a scegliere.

La possibilità di investire cifre non alto anche ha favorito la diffusione: tecnicamente, anche se come ci si può immaginare non serve a guadagnare molto, si può partire da un minimo di 50€ volendo.  I BFP sono inoltre esenti dalle imposte di successione, il che li rende una scelta interessante per la pianificazione patrimoniale e gli interessi che maturano sono  sono soggetti a una tassazione agevolata rispetto ad altri strumenti finanziari: si parla di un’aliquota di appena del 12,5%. Se un tempo era necessario recarsi in un ufficio postale per sottoscrivere uno, oggi nemmeno più: basta procedere on line e il gioco è fatto.

Come funzionano i buoni fruttiferi cointestati?

I buoni fruttiferi postali possono essere anche cointestati, così da programmare anche gli investimenti di coppia. Come funziona in questi casi? Premesso che è ammessa la contestazione a più soggetti ma non per un numero superiore a quattro titolari, ognuno di questi avrebbe la facoltà di rimborso disgiunto a meno che non si decida di escludere tale possibilità al momento della sottoscrizione. Nel caso ognuno potrebbe attingere una determinata quota pattuita sin dall’inizio.

Se ognuno mette per esempio 500€, non si potrà andare oltre il prelievo di tale somma pur essendoci nella totalità 2000€. A meno che, come detto, non si blocchi tale situazione a monte con la clausola che prevederebbe che solo tutti e quattro – o due nel caso ne fossero appena due – insieme potrebbero prelevare. La quota di interesse sarebbe la stessa che per un singolo titolare che si affiderebbe a un buono fruttifero da solo. Non ci sarebbero dunque vantaggi da questo punto di vista: nessun plus o somme aggiuntive, se ve lo stavate chiedendo.

 

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