Assegno di inclusione, domande respinte per “omessa dichiarazione lavorativa”. Cosa significa

Tante segnalazioni per l’assegno di inclusione: in tanti si sono viste respinte la domanda per “omessa dichiarazione lavorativa”. Ma di cosa si tratta di preciso? Scopriamolo 

assegno di inclusione
Assegno di inclusione, perché stanno respingendo domande – CodiciAteco.it

C’è grande attesa in Italia in queste settimane per il nuovo assegno di inclusione, nuova misura introdotta in questo 2024 che andrà a sostituire il vecchio reddito di cittadinanza. Questi vecchi titolari riceveranno, almeno per chi riguarda, soltanto altre due ricariche extra sulla vecchia card, per poi abbracciare – lì dove vi siano i requisiti – il nuovo strumento. Tuttavia, come noto, restringerà il cerchio parecchio di più rispetto ai precedenti parametri. Un modo per indirizzare gli aiuti a chi davvero necessita e con controlli più serrati al fine di evitare che si creino casi ambigui o che emergano migliaia di furbetti come accaduto invece negli ultimi anni.

I requisiti sono ormai noto: chi farà richiesta dovrà avere in famiglia un disabile, un minorenne o una persona con almeno 60 anni di età in condizione di svantaggio e/o inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali. Inoltre  sono richiesti i seguenti requisiti reddituali: ISEE non oltre la soglia di 9.360 euro e reddito familiare non superiore a 6.000 euro annui. Calcoli differenti o eccezioni solo in presenza di diversi minori, da nucleo composto da sole persone di età pari o superiore ai 67 anni o in condizioni di grave disabilità.

“Omessa dichiarazione lavorativa”, cosa intende l’INPS

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Assegno di inclusione, cos’è il riferimento su dichiarazione lavorativa  – CodiciAteco.it

Tuttavia, nonostante il quadro ufficiale sul sito dell’INPS sia molto chiaro, molte persone si stanno vedendo respinte le domande che invece – norme alla mano – erano da accogliere poiché il richiedente rientrava nei casi sopraelencati. Premesso che su un totale di 446.256 domande presentate ben 117.461 sono state respinte dall’Istituto, con una parte significativa di esse che non aveva la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale, e che circa 1.140 richieste rimangono in sospeso per accertamenti antifrode interni dell’ente, per qualcuno un errore di forma potrebbe aver condizionato l’esito che può essere comunque rivisto.

Sembrerebbe infatti che in comune tutte queste persone avrebbero letto nel motivo la dicitura “omessa dichiarazione lavorativa”. Ma cosa significa? Ha lasciato perplesse non poche persone che, non lavorando a tempo pieno, si sono chieste quale sia il riferimento occupazionale a cui fa fede l’INPS. Come riportano i colleghi di TuttoLavoro24, il riferimento sarebbe alla necessità di compilare e inviare il Modello AdI.Com direttamente sul sito dell’Inps in autonomia con il supporto di un Caf.

Assegno di inclusione: cosa avere per avere l’approvazione

L’INPS sta dunque richiedendo tale documentazione sia a chi ha dichiarato un reddito da lavoro durante l’invio della domanda, pur trattandosi di qualcosa di saltuario e non assolutamente continuativo, sia a coloro che hanno cessato un lavoro in tempi recenti o comunque negli ultimi mesi del 2023. Tale passaggio ora sarebbe fondamentale per la corretta elaborazione delle domande e per garantire il rispetto dei requisiti richiesti per l’ottenimento dell’Assegno di Inclusione.

Questa richiesta appare come un tentativo da parte dell’Istituto di garantire una valutazione accurata delle domande e dello storico del richiedente al fine di prevenire eventuali abusi o errori nel processo di assegnazione dell’Assegno di Inclusione. Come spesso capita, la macchina burocratica spesso è complessa e si può inceppare anche per un semplice dettaglio. In questo caso basterà dimostrare quanto comunicato per vedere una rettifica e ricevere questo sostegno importante col nuovo anno.

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