Assegno di inclusione respinto ma prima prendevi RdC? Scopri perché

Cosa succede quando l’Assegno di Inclusione viene respinto a un percettore del Reddito di Cittadinanza e perché avviene.

Sostegno alla Famiglia
Sostegno alla Famiglia (Codiciateco.it)

Può capitare che ad alcune famiglie, che fino a poco fa percepivano il Reddito di Cittadinanza, venga negato l’Assegno di Inclusione, il sostegno che è andato a sostituire proprio il RdC. L’Assegno di Inclusione è una misura di sostegno entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2024, per aiutare tutte le famiglie a basso reddito e in difficoltà economiche.

Si tratta di un sostegno utile per pagare i beni di prima necessità, tra cui cibo e farmaci, il cui importo viene caricato mensilmente sulla Carta di Inclusione, da ritirare presso gli uffici postali. L’Assegno di Inclusione è una forma di misura di contrasto alla povertà e alla fragilità sociale. Nonostante abbia sostituito il RdC, comporta alcune piccole differenze.

Respinto l’Assegno di Inclusione nonostante in precedenza si avesse il Reddito di Cittadinanza: perché succede

Carta elettronica Postamat
Carta elettronica Postamat (Codiciateco.it)

Non tutti i beneficiari del Reddito possono percepire anche l’Assegno di Inclusione, proprio in virtù di alcune differenze tra i due sostegni. Innanzitutto, ricordiamo che i requisiti per ottenere l’Assegno di Inclusione sono: avere un componente della famiglia con disabilità grave, avere a carico un minorenne oppure un membro con più di 60 anni di età, ed essere inseriti in un programma di cura e di assistenza.

Inoltre, tra gli altri requisiti essenziali ci sono la cittadinanza italiana, oppure il diritto di soggiorno permanente, essere cittadini di un paese della UE, ed essere titolari dello status di protezione internazionale. Ovviamente, per ottenere l’Assegno di Inclusione occorre avere un reddito ISEE valido e inferiore ai 9.360 euro, un reddito familiare inferiore ai 6 mila euro annui, moltiplicati per la scala di equivalenza Adi.

E ancora, possedere un immobili, in Italia o all’Estero, non superiore ai 150 mila euro, e un patrimonio mobiliare non superiore ai 6 mila euro se singoli, 8 mila euro in coppia, 10 mila euro per nuclei familiari composti da tre o più componenti. La soglia minima aumenta di mille euro per ogni figlio oltre il primo.

Differenze tra RdC e AdI che determinano il decadimento del sostegno

La formula di calcolo degli importi mensili dell’Assegno di Inclusione è la stessa che si aveva per il RdC, ossia 6 mila euro, moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza, meno il reddito familiare, diviso dodici. Le famiglie con a carico un membro con oltre 67 anni oppure con un componente affetto da grave disabilità e non autosufficiente, devono moltiplicare 7.560 euro, e non 6 mila euro.

A differire, tra RdC e AdI, è anche la scala di equivalenza, che per il RdC vale sempre 1, e per ogni membro aggiuntivo si aggiunge 0,4 per i maggiorenni e 0,2 per i minorenni. Per l’AdC, la scala di equivalenza vale sempre 1, ma aumenta in presenza di componenti disabili: 0.50 per ciascun componente disabile, 0,40 per componente con età oltre 60 anni, 0,30 per ogni componente adulto disabile e inserito in un programma di cura, 0,15 per i primi due figli minorenni, 0,10 per ogni minore dal terzo figlio in poi.

Inoltre, a differenza del RdC, l’AdC si può accumulare, senza obblighi di spesa. Viste le differenze tra i due sussidi, molte famiglie che percepivano il Reddito di Cittadinanza, non rientrano nei requisiti per ottenere l’Assegno di Inclusione. Ed ecco spiegato il perché del decadimento del sostegno. Infine, qui vediamo come controllare l’importo dell’AdI in caso di errori.

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