Cosa c’è da sapere sugli accertamenti fiscali, cosa sono nello specifico e quando scattano. Scopri la disciplina per non sbagliare.
L’Agenzia delle Entrate effettua periodicamente dei controlli su ogni contribuente inerenti alle tasse pagate e invia degli avvisi di accertamento se si rende conto che ci sono degli importi dovuti non pagati. La comunicazione arriva con raccomandata o PEC ma nei casi più gravi può essere l’ufficiale giudiziario a presentarsi fisicamente presso il domicilio del contribuente per la consegna brevi manu.
Cos’è un accertamento fiscale quindi nello specifico e cosa bisogna fare? L’avviso di accertamento è l’atto in cui l’ente informa quindi il contribuente che c’è qualcosa di non pagato che viene indicata nel documento. Gli accertamenti fiscali devono riportare le informazioni essenziali che sono l’intestazione, cioè l’indirizzo sia dell’Agenzia delle Entrate che del contribuente ed il numero dell’atto in oggetto.
Il corpo del documento inviato dall’ADE sta nella lettera nel quale l’ente spiega tutte le motivazioni del perché si è giunti all’accertamento fiscale. Quindi il periodo di riferimento e quando i debiti vanno in prescrizione. E poi ci sono i calcoli, viene predisposta una tabella dove si inseriscono proprio tutte le voci di spesa con l’aggiunta degli interessi di mora che sono stati applicati.
L’accertamento riporta anche come pagare; ci sono dei prestampati che consentono al contribuente di provvedere all’ufficio postale più vicino oppure attraverso i servizi on-line se questi sono disponibili. In ogni caso, quando si procede con il pagamento della somma dovuta, si conservano le ricevute di avvenuto pagamento in formato cartaceo e digitale. Saranno una prova nel caso di ulteriori verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate o dell’autorità giudiziaria.
Gli accertamenti fiscali partono dalla dichiarazione dei redditi fino ai 5 anni successivi, quindi se il contribuente non paga l’accertamento rischia che si trasformi in una cartella esattoriale con interessi da pagare maggiorati rispetto al semplice accertamento fiscale. Quando se ne riceve uno, è importante che si controlla l’anno di riferimento perché può accadere che l’Agenzia delle Entrate mandi degli accertamenti sul pagamento effettuato.
Per questo motivo si può rispondere avvedendosi di una delle modalità previste riportate anche sull’atto. L’ADE a tal punto chiederà la copia della carta d’identità, della tessera sanitaria, l’atto di accertamento e la copia dei pagamenti effettuati.
Al termine della procedura, il contribuente riceve una comunicazione che conferma l’annullamento dell’accertamento oppure rifiuta la richiesta di annullamento indicandone i motivi. Si consiglia sempre di effettuare i pagamenti nei tempi previsti per evitare che arrivi una cartella prima che scadono i termini di prescrizione che sono di 5 anni dal momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.
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