Un solo anno di differenza, ma questi pensionati saranno penalizzati: quali sono le categorie di beneficiari della pensione che riceveranno meno soldi.
L’età pensionabile in Italia ha subito diversi cambiamenti, fino a venire fissata a 67 anni. Molti lavoratori desiderano andare in pensione e attendono con ansia il momento in cui finalmente potranno ritirarsi dal lavoro. L’età pensionabile varia in base al numero di anni di contributi e in base all’anno di nascita. Proprio relativamente a questo secondo aspetto, alcuni pensionati risultano particolarmente penalizzati. Ecco quali.
Quali sono i pensionati che avranno accrediti più bassi: penalizzati per un solo anno di età di differenza
Per chi deve andare in pensione tra pochi mesi è necessario conoscere le regole valide per il 2025. I dettagli della normativa verranno diffusi solo in seguito all’approvazione della Legge di Bilancio 2025. In tale sede, il Governo dovrà decidere in che modo modificare la Quota 103 e dovrà soprattutto decidere se estendere a tutti i lavoratori la Quota 41.
Nel caso di persone in stato di disoccupazione è possibile richiedere la pensione anticipata grazie a uno strumento particolarmente utile: l’Ape Sociale. Una seconda modalità per richiedere la pensione anticipata è la Quota 41, ovvero dopo quarantuno anni di versamento dei contributi. Un’altra modalità per la pensione anticipata è la “quota 103“. Questa misura, però, è destinata a cessare a breve: sembra infatti che il governo non la prorogherà nella prossima manovra di bilancio.
I pensionati svantaggiati
A risultare particolarmente avvantaggiati sono stati i pensionati che sono riusciti a lasciare il lavoro nel 2023. I nati nel 1962 sono invece risultati penalizzati rispetto ai nati nel 1961. Per i nati nel 1962, la pensione con quota 103 è infatti meno favorevole rispetto ai nati nel 1961: la quota 103 avrebbe dovuto cessare a dicembre 2023, ma il governo ha deciso di prorogarla fino al 31 dicembre 2024. Nella proroga sono stati introdotti correttivi che rendono la misura meno vantaggiosa per i lavoratori, riducendo il numero di potenziali beneficiari.
I lavoratori che sono andati in pensione con quota 103 nel 2023, essendo nati nel 1961 e avendo completato i 41 anni di contributi necessari entro la fine dello scorso anno, hanno potuto ricevere una pensione fino a 5 volte il trattamento minimo dell’INPS. Chi, invece, è nato nel 1962 e raggiungerà i 62 anni nel 2024 dovrà andare in pensione con la versione attuale della quota 103, che prevede una pensione non superiore a 4 volte il trattamento minimo.