Brutte notizie per chi ha aperto da poco una Partita Iva, ma non per tutti. L’Agenzia delle entrate vuole scovare solo i ‘furbetti’
Il fine è sempre lo stesso: debellare l’evasione fiscale. I controlli si fanno più serrati e la lente di ingrandimento del Fisco si concentra ultimamente sulle Partite Iva, ma non tutte, solo quelle aperte da poco e che per svariati motivi non convincono l’Agenzia delle Entrate che vuole vederci chiaro. In particolare sarà pugno di ferro contro le Partite Iva “apri e chiudi” perché dietro questi movimenti potrebbero celarsi gravi infrazioni che verranno punite senza pietà: multe altissime e chiusura (definitiva) della Partita Iva.
Pare che in Italia ci sia chi apre la partita IVA solo per accedere ad agevolazioni come contributi a fondo perduto e molte altre oppure, peggio ancora, solo per effettuare frodi come l’emissione di fatture false. Una volta ottenuto quello che volevano, chiudono la Partita Iva e chi si è visto si è visto. Ovviamente nessuna attività vera è stata mai esercitata. La legge di Bilancio 2024 prevede un contrasto durissimo contro chi esercita in modo illegale.
Tempi duri, dicevamo, per chi ha aperto da poco o sta per aprire una partita iva senza la volontà di iniziare un vero percorso imprenditoriale. La legge sulla partita iva apri e chiudi ha già avuto un ritocco nel 2023 (art. 35 DPR n. 633/1972) e prevede che l’Agenzia delle Entrate, se lo ritiene opportuno, possa convocare il neo contribuente. L’agenzia vuole capire documenti in mano che tipo di attività l’intestatario della nuova partita iva ha intenzione di portare avanti. Se il contribuente non si presenta o non presenta documenti che soddisfino il Fisco, l’Agenzia Entrate dispone immediatamente la chiusura e multa l’inadempiente con la somma di 3.000 euro.
Nel momento in cui l’Agenzia Entrate emanasse il provvedimento di cessazione della partita IVA, al richiedente non è vietato riaprirla in un secondo momento, ma con una garanzia ineccepibile: il contribuente dovrà presentare una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria, a favore dell’Amministrazione finanziaria stessa. Nessuno sconto, quindi ma garanzie a prova di frode che non potranno essere inferiori ai 50.000 euro.
La manovra di bilancio 2024, se possibile, prevede sanzioni ancora più stringenti. La garanzia sarà prevista (il decreto non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) in caso di notifica, da parte dell’Agenzia Entrate, di un provvedimento che accerta la sussistenza dei presupposti per la cessazione della partita IVA ma anche per quei contribuenti che nei 12 mesi precedenti hanno cessato l’attività.
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