Riforma delle dogane, ecco cosa cambia

È stata introdotta dal decreto legislativo 141 del 2024 e segna un punto di svolta significativo per il commercio internazionale e le imprese italiane

La riforma delle Dogane, introdotta dal decreto legislativo 141 del 2024, segna un punto di svolta significativo per il commercio internazionale e le imprese italiane. Con l’obiettivo di snellire gli adempimenti burocratici e migliorare i controlli, questa riforma introduce una serie di novità che promettono di rivoluzionare il settore. La semplificazione normativa e la telematizzazione delle procedure sono al centro di questo cambiamento, con una riduzione drastica degli articoli del codice da 352 a 122. Tale passaggio non solo facilita la comprensione delle norme ma rende anche l’intero sistema più agile ed efficiente.

Sportello Unico Doganale

Una delle innovazioni più significative è l’introduzione dello Sportello Unico Doganale. Questo strumento permette un coordinamento ottimale tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le varie amministrazioni coinvolte nel controllo delle merci che attraversano i confini dell’Unione Europea.

Una nave portacontainer
Una nave portacontainer | Unsplash @Sven Piper – Codiciateco.it

Grazie a questo sportello, il processo diventa più fluido eliminando la necessità di passare attraverso numerose istanze precedentemente richieste dalle diverse amministrazioni. Si tratta di un miglioramento notevole che promette di accelerare significativamente i tempi per le operazioni doganali.

Revisione del sistema sanzionatorio

La riforma porta con sé anche una revisione approfondita del sistema sanzionatorio basata sul principio della proporzionalità della sanzione rispetto alla violazione commessa. Alcune infrazioni minori sono state depenalizzate mentre per altre è stata introdotta una scala di sanzioni amministrative variabili dall’80% al 15%, con possibilità di attenuanti in casi specifici. Questo approccio mira a rendere il sistema più equilibrato e giusto, evitando penalizzazioni sproporzionate rispetto alla gravità dell’infrazione.

Cosa cambia per l’Iva

Uno degli aspetti più importanti della riforma riguarda la gestione dell’Iva nelle operazioni di import-export. L’Iva viene ora considerata tra i diritti di confine applicabili alle merci importate, seguendo la normativa UE per quanto riguarda l’individuazione del soggetto chiamato al pagamento dell’imposta. Questo cambiamento ha implicazioni significative sia per le aziende che si occupano d’import/export sia per le autorità fiscali, poiché semplifica e chiarifica le procedure relative all’applicazione dell’Iva sulle merci provenienti da paesi extra UE.

Questa riforma rappresenta un passaggio cruciale verso un sistema doganale più moderno ed efficiente che porterà dei benefici non solo alle imprese italiane ma anche al posizionamento competitivo dell’Italia nel commercio internazionale. Le modifiche apportate promettono infatti non solo una riduzione dei tempi e dei costi associati alle pratiche doganali ma anche un ambiente normativo più chiaro e accessibile.

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