Pensioni, novità in vista ma non tutte sono buone

Pensioni, arrivano numerose novità, purtroppo però non si tratta di tutte buone notizie, cosa non può assolutamente sfuggirti.

Pensioni, novità in vista
Pensioni, tutte le novità- (Codiciateco.it)

La riforma delle pensioni era tra gli obiettivi da apportare tra il 2025 il 2027, martedì scorso il Consiglio dei Ministri ha confermato gli impegni presi dal governo Meloni nella Nadef. L’intenzione di rivedere il sistema pensionistico dunque non è decaduta, e il decreto-legge deve essere approvato, tuttavia il problema sembrerebbero essere le risorse.

Prendendo in considerazione il Def, ci sarebbero dei fondi limitati, e inoltre si attesterebbe anche una crescita inferiore a quelle che erano le aspettative di settembre, infatti siamo passati dall’1,2% all’1%. Il governo tra l’altro ha già riservato 10 miliardi di euro per la conferma del cuneo fiscale. Intervenire anche sulle pensioni dunque, sembra abbastanza improbabile.

Pensioni, le novità in vista

Pensioni, cosa sta per accadere
Non tutte le novità sono buone- (Codiciateco.it)

Un intervento sulle pensioni è previsto, tuttavia il rischio è che anziché incrementare gli importi, il governo utilizzi le stesse pensioni per fare cassa. Le pensioni minime sarebbero dovute arrivare alla soglia dei 1000 €, con la scorsa legge di bilancio c’è stata la prima brutta notizia, infatti a differenza delle attese non è stato confermato l’aumento straordinario per i pensionati con più di 75.

La preoccupazione è che la prossima mossa sia non confermare l’aumento, l’inflazione infatti ha finalmente rallentato e incrementare le pensioni potrebbe non essere più una necessità. Un’altra misura in scadenza, su cui dibattere è quota 103, quest’opzione permette il pensionamento anticipato a chi ha 62 anni e ha maturato almeno 41 anni di contributi. Tuttavia per il 2025, non si sa ancora quale potrebbe essere lo scenario, non è da escludere infatti l’addio a questa possibilità.

Pensioni, la rivalutazione

Per il 2025 è stato stimato un tasso dell’1,6%, dunque il governo potrebbe optare per una rivalutazione, un problema da non sottovalutare è quello che non ci sarà un ritorno alle vecchie regole della rivalutazione, che erano più vantaggiose per il pensionato ma meno per il governo. Per questa ragione potrebbe esserci la conferma delle percentuali introdotte nell’ultimo biennio.

In questo caso si verificherebbe una nuova stretta ai danni dei pensionati, che rischierebbero di ricevere degli aumenti irrisori sull’assegno. Purtroppo non c’è da augurarselo, infatti sono molti quelli che si trovano in una posizione di disagio economico e uno scenario del genere, andrebbe solo a peggiorare la situazione. Quelle riportate sono solo alcune ipotesi su ciò che potrebbe accadere durante le prossime riunioni.

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