In caso di pignoramento di parte della pensione, quali sono i limiti imposti dalla legge per rendere quella pensione intoccabile? Vediamo le specifiche.
Oggi parliamo di pignoramento, nello specifico di pignoramento della pensione. Una situazione sgradevole e difficile da gestire che, però, essendo normata, ha dei limiti e delle funzioni essenziali che servono a sfruttarla nel modo giusto. Questi limiti servono proprio per venire in contro al creditore ma anche al debitore, quindi cercando un punto di equilibrio che permetta di ripagare il debito senza lasciare senza fondi chi deve pagare. Quindi quali sono le norme che strutturano questo strumento legale?
Pignoramento della pensione: ecco come è normato il rapporto
Prima di conoscere quali sono i limiti che vengono imposti per legge in tutela di tutte le parti, dobbiamo comprendere cosa sia e come funziona il pignoramento della pensione. Questa è una procedura legale che svolge il ruolo di ripagare un creditore, attraverso la quale ottiene un pagamento di credito insoluto. Quindi, cercando di definire in maniera ancora più pratica, viene imposto all’ente che eroga la pensione, come, per esempio, l’Inps, di destinare parte della pensione direttamente al creditore, sottraendola al beneficiario. Quindi il pensionato riceve, in sostanza, una somma ridotta, in quanto una parte viene pignorata e restituita al creditore.
Il pignoramento può avvenire prima o dopo l’erogazione della pensione. Nel primo caso il creditore deve notificare l’atto di pignoramento direttamente con l’ente che eroga la pensione, quindi l’Inps per esempio, che assume il ruolo di terzo. Se il pignoramento avviene dopo l’accredito, il creditore deve notificare il pignoramento al debitore e alla banca che gestisce il conto corrente. Ma in questo caso i limiti imposti per poter pignorare direttamente dal conto sono più alti.
La norma che regola il pignoramento della pensione
Quindi per pignorare una pensione ci sono delle regole che cercano di tutelare tutte le parti. Partiamo prima di tutto nel dire che non sono pignorabili la pensione minima, l’invalidità civile e l’accompagno. Queste sono protette, per visibili motivi sociali, da possibili pignoramenti. Per il resto, invece, andiamo a vedere come funziona e come sono distribuiti questi limiti. La parte della pensione pignorabile è quella eccedente il doppio dell’importo dell’assegno sociale mensile, con un minimo di mille euro. Quindi, mettendola su un piano più pratico, l’assegno sociale per l’anno 2024 è di 534,41 euro, considerandolo quindi il doppio circa 1069 euro. Se si percepisce, ad esempio, una pensione di 1400 euro al mese, la somma che è pignorabile risulta essere 1400 – 1069 = 331 euro.
Questo è il ragionamento di calcolo che costituisce i limiti e salvaguardia debitore e creditore. Le eccezioni le troviamo solo in due casi: debiti con l’Agenzia delle Entrate o erogazione del debito direttamente dal conto. Nel primo caso si definiscono questi limiti: per pensioni inferiori a 2500 euro, il limite è di 1/10; per pensioni tra 2500 e 5000 euro, è di 1/7; superiori a 5000 euro, è di 1/5. Nel secondo caso, infine, la legge prevede l’impignorabilità della pensione se sul conto corrente è presente una somma che è inferiore al triplo dell’assegno sociale, quindi pari a 1603,23 euro.