Novità INPS per chi riceve Naspi e Dis-COLL: se rifiuti un lavoro, perdi l’aiuto

Naspi e Dis-Coll, chi non accetta il lavoro, rischia seriamente di perdere il contributo. Vediamo i dettagli.

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Ricerca lavoro, novità INPS (codiciateco.it)

La NASPI (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) è la forma di aiuto al reddito per i cittadini  senza occupazione prevista dalla legge italiana. La prestazione è destinata ai lavoratori che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà, con l’eccezione delle dimissioni per giusta causa che sono consentite per l’erogazione dell’indennità.

Una misura analoga vale anche per i collaboratori con la Dis-Coll (Disoccupazione collaboratori), introdotta da un periodo più breve rispetto alla NASPI, ma con un criterio di erogazione simile. La misura è destinata ai collaboratori che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà. Anche in questo caso unica eccezione le dimissioni con giusta causa.

La novità per i beneficiari delle due prestazioni

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Ricerca lavoro, attenzione ai sussidi (codiciateco.it)

Da luglio c’è una importante novità: i percettori di NASPI e DIS-COLL saranno iscritti d’ufficio  alla piattaforma SIISL (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) gestita dall’INPS. Scopo della decisione, introdotta dal decreto Coesione, uno stimolo maggiore delle politiche di riattivazione al lavoro anche per questi beneficiari di sostegno al reddito.

Dopo l’iscrizione alla SIISL saranno obbligatorie la sottoscrizione di un dettagliato curriculum vitae  con il Patto di attivazione digitale (PAD), finalizzando il percorso di riattivazione al lavoro con l’accettazione del Patto di servizio personalizzato (PSP). In caso di mancata sottoscrizione di questi passaggi si rischia concretamente lo stop dell’erogazione dell’indennità.

Ma la grande novità si completa con l’applicazione alla SIISL dell’intelligenza artificiale che determinerà un indice di affinità delle offerte di lavoro presenti su SIISL con i curricula dei lavoratori iscritti. Si tratta, come sostiene l’INPS, di un indicatore orientativo che serve a facilitare l’interazione tra lavoratore e banca dati.

Come spiega l’INPS il cittadino “ha uno strumento in più che facilita la ricerca del lavoro, potendo ordinare e filtrare le offerte di lavoro in base al livello di compatibilità con le proprie competenze”. Si tratta dunque di uno strumento in più per la ricerca del lavoro con un potenziamento della qualità dei corsi di formazione e di aggiornamento proposti e del matching tra offerta e domanda di lavoro.

C’é da sottolineare che per l’INPS l’attribuzione di un indice di affinità non costituisce delle graduatorie di merito, non assegna punteggi, né priorità e non determina impegni specifici da parte dell’Agenzia che pubblica l’offerta di lavoro. La percentuale di affinità non vincola né esclude i cittadini dai processi di selezione. Individua una valorizzazione sulla base di criteri come formazione, esperienze, competenze, aspirazioni, vicinanza dal luogo di lavoro.

Complessivamente si tratta di un rafforzamento delle politiche di riavvicinamento al lavoro. Ma al di là dall’uso dell’intelligenza artificiale in questi processi, sono previste dalla norme, conseguenze per gli inadempienti, che mancheranno gli impegni presi con  il PAD e il Patto di servizio o rifiuteranno le offerte proposte, a partire dallo stop delle prestazioni di sostegno.

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