Intelligenza artificiale e lavoro, i rischi del curriculum gonfiato

Sempre di più l’intelligenza artificiale cambia e determina il mondo del lavoro. La ricerca di un’occupazione non sfugge a questa novità.

uomo con smartphone e concetto IA
Intelligenza artificiale nel mondo del lavoro (codiciateco.it)

Ormai l’intelligenza artificiale (IA) è entrata a piena titolo nelle vite di moltissime persone, venendo utilizzata in diversi ambiti sociali e produttivi dalla sanità ai trasporti, dalla finanza alla comunicazione. Inevitabilmente dunque il mondo del lavoro non è immune da questa ennesima grande trasformazione.

Sono sempre di più i lavoratori che utilizzano l’intelligenza artificiale per le loro attività professionali, ma al tempo stesso crescono timori e usi distorti di questo strumento. Si arriva addirittura a problemi di tipo relazionale, tanto che gli abusi dell’IA possono creare fenomeni di dipendenza emotiva con individui che ritengono di poter ridurre le relazioni umane a favore dell’intelligenza artificiale.

Cosa succede nel lavoro con la presenza sempre maggiore dell’IA

robot e uomo seduti per lavoro
IA nella ricerca di occupazione, i timori connessi (codiciateco.it)

Come detto l’intelligenza artificiale occupa uno spazio in costante crescita nel lavoro con una serie di reazioni e conseguenze che vanno dalla fiducia cieca nella tecnologia, ai timori e al rifiuto di questa innovazione tecnologica. In effetti, l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro è molto forte con il concreto pericolo di una sostituzione dei lavoratori con questo strumento.

Anche nel settore della ricerca dell’occupazione l’uso dell’IA nella stesura di curriculum vitae e lettere di presentazione è sempre più diffuso. L’intelligenza artificiale assume anche un peso in aumento nella fase di selezione del personale da parte delle aziende. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano circa il 32 per cento delle aziende usa uno strumento di IA per verfificare i CV dei candidati.

Questi ultimi, d’altra parte, fanno un utilizzo sempre più diffuso proprio dell’intelligenza artificiale per la stesura e la preparazione del curriculum vitae da inviare. Si ritiene che l’uso dell’IA aumenti le possibilità di essere selezionati per l’assunzione. In realtà, il rischio è di alterare la veridicità e autenticità del documento. I CV stilati dall’IA possono risultare gonfiati e alterati, con capacità e conoscenze che non corrispondono alla realtà.

Bisogna considerare comunque che la stessa IA è sempre più usata in molte aziende. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano il 26 per cento dei lavoratori hanno usato strumenti legati all’intelligenza artificiale nell’ultimo anno. A usare soluzioni e strumenti del genere almeno due volte alla settimana sono circa il 7 per cento dei lavoratori. Mentre solo il 3 per cento dei lavoratori dichiara di usare l’IA tutti i giorni.

Percentuali basse, che dimostrano che l’era dell’IA è appena all’inizio almeno in Italia, anche se è destinata a crescere abbastanza rapidamente. Quindi l’intelligenza artificiale può essere uno strumento nelle attività professionali quotidiane, così come un alleato nella ricerca di un’occupazione, ma va usata con consapevolezza.

I timori non mancano e gli stessi gestori di ChatGPT ritengono utile controllare alcune derive connesse all’uso improprio dell’IA come la disinformazione, le discriminazioni e i pregiudizi religiosi, di genere, razziali.

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