Fisco, l’importante novità in tema di sanzioni. Che cosa cambia

Fisco, in via di definizione le modifiche nel sistema sanzionatorio tributario. Gli effetti sulle multe in tema di tasse.

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Riforma sistema sanzionatorio tributario (codiciateco.it)

Uno dei temi sui quali l’attuale governo si è maggiormente impegnato è stato di certo quello della ridefinizione del sistema fiscale. La riforma è stata costruita intorno ad alcuni punti focali tra cui l’accorpamento degli scaglioni IRPEF da quattro a tre e la riduzione delle aliquote.

Da ricordare poi il potenziamento del regime di adempimento collaborativo e in genere delle norme in materia di adempimenti tributari, con una revisione del contenzioso tributario. Ma ad essere molto atteso era anche la revisione del sistema sanzionatorio tributario. Proprio per questo tema le novità in arrivo sono notevoli e il prossimo Consiglio dei Ministri si annuncia decisivo con decreto legislativo ad hoc.

Fisco, la riforma delle sanzioni tributarie

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Multe ridotte in materia di tasse (codiciateco.it)

Con il decreto legislativo in via di discussione le sanzioni in materia tributaria saranno meno pesanti. Finisce l’epoca delle maxi richieste al contribuente per una dichiarazione omessa o infedele, le sanzioni infatti non potranno andare oltre il 120 per cento di quanto dovuto, invece dell’attuale 240 per cento.

Nello specifico la sanzione per una omessa dichiarazione dei redditi o dell’IRAP non potrà superare il 120 per cento del dovuto. Mentre per una dichiarazione infedele, la sanzione che passa al 70 per cento dal 90-180 per cento. Le riduzione riguardano anche altre sanzioni: quella per omessa registrazione degli atti, tra il 45 e i 120 per cento; per atti non presentati o negati durante un’ispezione la multa sarà tra 250 e 2mila euro.

Nelle dichiarazioni di successione all’Agenzia delle Entrate i disallineamenti saranno punti con una sanzione tra 250 e mille euro. Stessa sanzioni per la dichiarazione di successione infedele mentre per le omissioni nelle successioni le multe oscilleranno tra 150 e 500 euro. Infine un’omissione di bollo comporterà una multa incrementata dell’80 per cento rispetto la cifra iniziale.

Per quanto riguarda l’IVA il limite massimo delle sanzioni per omessa dichiarazione dovrebbero essere del 60 per cento del dovuto. Non ci sarà punibilità, se il mancato pagamento delle imposte avviene in una fase di sovra-indebitamento del contribuente o in una crisi non transitoria e quindi insolvibile. Per i commercianti le omesse comunicazioni (tardive o incomplete) e trasmissioni dei corrispettivi giornalieri comporterà una sanzione di mille euro.

Per le minusvalenze le multe massime saranno di 30mila euro e non più di 50mila. La relazione tecnica che accompagna il decreto parla di minori entrate per lo Stato dalle sanzioni ridotte del 10 per cento, quindi un effetto negativo ma che per il legislatore potrebbe essere pareggiato dalla maggiore predisposizione e collaborazione all’accertamento.

L’idea di fondo di questa riforma è che se il contribuente non può pagare, al di là delle responsabilità la punizione è inutile. Il pignoramento dei beni, per chi mi mette in regola con la rateizzazione dopo aver evaso quanto dovuto, sarà evitato, restando valido solo per i casi più gravi. Le multe in Italia si avvicinano così agli standard europei, con un principio di proporzionalità rispetto agli illeciti.

Unico peggioramento nella norma nei casi in cui si è recidivi per violazioni gravi nei tre anni successivi alla trasgressione accertata. In questo caso la sanzione potrebbe raggiungere il doppio di quanto attualmente previsto.

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