Conto corrente di una persona defunta: meglio non prelevare, rischi guai seri

In occasione della morte di un parente, è bene non farsi prendere dalla frenesia di prelevare il denaro rimasto sul suo conto corrente: si rischiano dei guai non indifferenti.

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Perché non si deve prelevare dal conto corrente di una persona defunta (Codiciateco.it)

Dopo la morte di una persona della quale si ha accesso ai conti correnti, si è spinti a prelevare denaro. Anche se si è cointestatari del conto, è bene non fare questo passo sbagliato se non si vuole incappare in guai di portata non indifferente. Un funerale imminente comporta indubbiamente delle spese da affrontare, ma l’errore di utilizzare i soldi depositati a nome dello stesso defunto può costare caro.

Normalmente questi prelievi vengono effettuati prima del blocco del conto corrente, il quale avviene al momento in cui l’istituto di credito viene messo al corrente della morte dell’intestatario. E cosa succede in caso di utilizzo del denaro prima di questo blocco? Ci sono delle conseguenze giuridiche che entrano in atto, nonché rischi, responsabilità ed obblighi. Facciamo il punto della situazione.

Prelievo di denaro dal conto del defunto: cosa succede

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Prelevare dal conto di un defunto: cosa succede (Codiciateco.it)

Al momento della morte di una persona, si apre il processo di successione di tutti i suoi averi, con tutte le regole che ne conseguono in fatto di eredità e debiti. Un prelievo dal conto di un defunto viene considerato a tutti gli effetti un’accettazione tacita dell’eredità dello stesso. Davanti all’eredità, ci sono due tipi di accettazione che gli eredi possono avanzare: un’accettazione espressa, ossia dichiarata al notaio o al cancelliere del Tribunale del luogo del decesso, o tacita, quindi silenziosa, la quale porta a concludere che gli eredi disporranno dei beni del defunto. A suggerire un’accettazione dell’eredità può essere la vendita di un immobile, la conclusione di un contratto d’affitto, l’accatastamento del bene a proprio nome, così come un prelievo dal conto corrente (vedi anche cosa succede se nessuno riscatta l’eredità).

Il parente che utilizza il denaro presente sul conto del defunto per le spese funerarie, per estinguere i suoi debiti, per pagare le utenze domestiche in scadenza etc. compie un atto che sottintenda l’accettazione dell’eredità. Viene dunque considerato erede a tutti gli effetti e sarà responsabile anche di tutti gli eventuali debiti che gravano sulla successione, in proporzione alla propria quota ereditaria. L’accettazione dell’eredità è sempre irrevocabile.

Il gesto del prelievo dal conto della persona deceduta produce effetti anche sugli altri eredi. Chi attinge alle somme depositate è tenuto a restituire ad altri eventuali eredi la porzione spettante dell’eredità. Questo avviene al fine di garantire un’equa ripartizione dell’attivo successorio. Chi attinge ai fondi è tenuto inoltre a giustificare il motivo dell’azione, anche qualora fosse stato delegato dall’intestatario finché era in vita. Persino un cointestatario del conto deve giustificare l’utilizzo dei fondi se superano la propria metà ed è tenuto a restituire quanto spettante ad altri coeredi. In caso d’assenza di questi ultimi, non ha limiti di prelievo: è libero di prelevare qualsiasi somma.

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