Conti correnti, qual è la situazione del risparmio nelle banche del Paese. I dati un rapporto della Federazione autonoma bancari italiani.
Una delle caratteristiche principale dell’economia italiana. è sempre stata l’attitudine al risparmio della famiglie . Un tratto stabile e consolidato anche in fase difficili. ma com’è lo stato dei risparmi in questa fase prolungata di crisi economica? La crisi dovuta alla pandemia, proseguita con la guerra in Europa e l’inflazione galoppante degli ultimi mesi hanno comunque avuto degli effetti sui risparmi.
Come hanno riportato gli organi di informazione, i dati raccolti da un’indagine della Federazione autonoma bancari italiani (FABI) descrivono la situazione particolare dei depositi bancari e dei rendimenti che evidenzia anche le differenze territoriali tra Nord e Sud del Paese.
Conti correnti, qual è la condizione attuale
Il primo dato che emerge dallo studio è il calo del deposito di liquidità effettuato dai risparmiatori italiani nello scorso anno. Inoltre emergono delle evidenti differenze nei rendimenti percepiti dai risparmiatori tra aree del Nord Italia e Sud della Penisola. In numeri sono abbastanza eloquenti. Alla fine dell’anno passato i depositi bancari in Italia ammontavano a circa 1.153 miliardi di euro, con un calo rispetto al 2022 del 3,6 per cento.
Questa cifra si attesta a oltre 43 miliardi di euro, una somma ragguardevole. Analizzando le cifre a livello regionale si evidenziano delle differenze. La regione con la percentuale di deposito di gran lunga superiore è la Lombardia con circa il 20 per cento del totale, pari a 235 miliardi di euro. Seguono il Lazio, con il 10,5 per cento, e il Veneto con il 9,2 per cento della liquidità depositata nell’intero Paese.
Nelle posizioni più alte della classifica ci sono Emilia Romagna, Piemonte, Campania e Toscana con cifre tra l’8,5 e il 6,3 per cento. Le Regioni che hanno i numeri peggiori sono Basilicata, Molise e Val d’Aosta con percentuali di liquidità depositata al di sotto dell’1 per cento del totale nazionale. Dall’analisi emerge un altro dato. Nonostante l’aumento del costo del denaro deciso dalla Banca Centrale Europea, secondo al FABI, l’aumento dei tassi di interesse concesso dalle banche sui depositi ai clienti è stato basso.
La media nazionale dell’interesse praticato dagli istituti bancari ai correntisti, sui depositi fino a 50mila euro è pari allo 0,21 per cento. Ma a livello territoriale le differenze sono evidenti. Su un conto corrente di 5mila euro, l’interesse guadagnato a Trento o a Bolzano è di 18,2 euro, mentre a Firenze si ferma a 15 euro. Con la stessa somma, si hanno guadagni annui superiori ai 10 euro a Roma, Milano, Perugia.
A Catanzaro, Aosta, Potenza e Genova l’interesse è di 8 euro. Si scende a 7 euro a Trieste, mentre a Napoli si ferma a 6,5 euro. LA FABI nota come, nonostante il Sud detenga comunque un quarto delle liquidità nazionale, i rendimenti dei depositi bancari sono in genere più bassi di quelli del Nord. Il conto corrente remunerato resta un’attrattiva per le banche, ma considerarlo solo un costo crea problemi e non solo a clienti e fiscalità.