Cambio di residenza al datore di lavoro: perché è importante comunicarlo

Non avvertire il datore di lavoro sul proprio cambio di residenza può avere diversi rischi: è importante comunicarlo con anticipo. 

Comunicazioni telematiche a lavoro per la residenza
Inserimento informazioni (codiciateco.it)

Alla luce delle nuove direttive previste nelle comunicazioni sul posto di lavoro riguardanti il proprio cambio di residenza, qualora quest’ultimo non venisse dichiarato potrebbe dare vita a più di un provvedimento disciplinare.

Il lavoratore ha pertanto l’obbligo di avvertire con anticipo il proprio datore di lavoro sulle modifiche da apportare alla propria residenza se non desidera imbattersi in provvedimenti disciplinari di vario tipo. I quali, molto spesso, possono assumere la forma di un semplice rimprovero (scritto o verbale) mentre, in altri casi, potrebbero causare perfino l’esclusione definitiva del lavoratore dal suo attuale incarico.

Cambio di residenza, perché comunicarlo al datore di lavoro è un obbligo

Effettuare un cambiamento in ufficio sulla residenza
Stilare documenti (codiciateco.it)

Di risposta a questa prima illuminazione sulle motivazioni che dovrebbero spingere un lavoratore a informare in tempo il datore sulle modifiche alla sua residenza si generano ulteriori quesiti. Ci sono delle tempistiche? Cosa dicono i contratti di lavoro? Quali sono gli ulteriori rischi? Oppure, che differenza c’è tra residenza e domicilio fiscale?

Un’omissione sul cambio della propria residenza può arrivare a sottoporre il lavoratore anche a una condizione di frustrazione e privazione importante. È questo il caso, ad esempio, delle multe salate causate dal ritardo nelle comunicazioni che molto frequentemente agiscono direttamente sulle ore di lavoro svolte da retribuire annullandole in busta paga.

La sospensione retributiva dal lavoro mentre si è in attività vede un massimo di 4 ore da sottrarre al lavoratore in busta paga alla fine del mese. Mentre la situazione diventa più seria per l’impiegato quando la sospensione esclude anche l’attività da svolgere sul posto di lavoro. In questo caso il lavoratore potrebbe rischiare di doversi astenersi dal lavoro per un massimo di 10 giorni.

Cambio di residenza, le tempistiche per comunicarlo a lavoro

Avvertire il proprio datore di lavoro sui cambiamenti da effettuare riguardanti la proprio residenza ha inoltre dei tempi prestabiliti. Le tempistiche vengono illustrate nei dettagli all’interno del contratto del singolo lavoratore per evitare fraintendimenti.

Quest’ultimo è facilmente riconoscibile in quelli che sono i CCNL. Ossia i “Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro” che riguardano ciascun lavoratore. Nonché la salvaguardia dei suoi diritti e di quelli dei responsabili e degli addetti ai lavori gestionali del settore per cui svolge la sua attività lavorativa.

Nella maggioranza dei casi la comunicazione sul cambio della propria residenza va effettuata con anticipo. Entro i 6 mesi che precedono questo cambiamento. Un modo sicuro per inoltrare tale comunicazione è tramite PEC (ossia tramite Posta Elettronica Certificata).

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