Assegno Inclusione, queste famiglie sono nei guai: devono restituire tutto

Assegno di Inclusione, in quali casi il sussidio deve essere restituito: tutto quello che c’è da sapere e cosa si rischia.

Banconote, orologio e scritta
Assegno di inclusione, i casi in cui va restituito (Codiciateco.it)

Chi percepisce l’Assegno di Inclusione deve tenere a mente delle nozioni fondamentali, la prima fra tutte che chi non ha il diritto al sussidio non solo rischia di perderlo, ma potrebbe anche essere richiesto da parte dell’INPS la restituzione delle somme percepite.

È importante, dunque, non omettere nessun dettaglio quando si presenta domanda, solo in questo modo, si potranno scongiurare spiacevoli episodi. L’obiettivo di oggi è proprio quello di scoprire quali sono le circostanze che possono portare alle sanzioni.

Quando l’assegno di inclusione va restituito?

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Assegno di inclusione, quando deve essere restituito (Codiciateco.it)

Non tutti sanno che esistono dei casi in cui l’Assegno di Inclusione, che può essere gestito anche via app, potrebbe dover essere restituito. Fra le cause si annovera la percezione del sussidio indebitamente, dunque, nel caso in cui non il soggetto non sia in possesso di tutti i requisiti richiesti.

Se vengono presentate dichiarazioni o documenti falsi o non si indicano informazioni dovute, non solo il beneficio non viene più percepito, ma si rischia anche di dover restituire gli importi e, nei casi più gravi, si rischia il carcere. Inoltre, è necessario anche, ove ce ne fossero, comunicare le variazioni del reddito o del patrimonio familiare mentre si percepisce il reddito. La revoca del beneficio avviene immediatamente e in alcuni casi il beneficiario è tenuto a restituire l’importo percepito.

Il discorso cambia, invece, per chi ha diritto all’ADI, ma ha presentato una DSU non vera: in questo caso la somma da restituire è solo quella erogata in più, ma badate bene la decadenza del beneficio avviene ugualmente.

Altre informazioni da tenere a mente

In ogni caso, è bene comunicare sempre se si svolge un’attività lavorativa, in questo caso è bene dichiarare anche se uno dei componenti della famiglia lavora. Inoltre, il nucleo familiare indicato ai fini Isee deve essere necessariamente quello effettivo. Bisogna anche dichiarare tutto quello che si possiede, come ad esempio auto o moto.

Esistono altri caso che possono far decadere il sussidio: quando il soggetto non si presenta ai servizi sociali entro i 120 giorni dalla firma del Patto di attivazione digitale o se non partecipa alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione.

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