Assegno di inclusione, cos’è e come potrebbe cambiare

Il ministro Calderone ha parlato di come potrebbe cambiare, in itinere, l’Assegno di inclusione e Supporto Formazione Lavoro. Vediamolo insieme

Il Ministro Calderone, agli Stati Generali, è tornato a parlare del mercato del lavoroattuale modello di sostegno. Dopo aver annunciato, qualche settimana fa, lo slittamento di un mese del termine in cui i nuclei familiari possono essere presi incarica dai servizi sociali (entro il 30 novembre con la proroga) il ministro ha chiarito che, si sta lavorando attivamente per preparare una partenza della nuova misura che non abbia ripercussioni.

Il mercato del lavoro, così come lo stesso lavoro, sono in un periodo abbastanza critico in cui sono molti i cambiamenti a cui, poi, anche le misure di sostegno dovranno adeguarsi. Cosa potrebbe cambiare? Vediamo le ultime dichiarazione del Ministro Calderone agli Stati generali.

Assegno di inclusione e Supporto formazione lavoro

L’Assegno di inclusione è una delle nuove misure che partirà dal 1° gennaio 2024 come sostegno economico e di inclusione professionale e sociale.

Sarà riconosciuto a chi, in possesso di determinati requisiti non solo reddituali, aderisce a un percorso di attivazione sociale e lavorativa.

Famiglia con bambini minorenni
Foto | Pexels @Yan Krukau – Codiciateco.it

 

L’assegno è destinato solo a quelle categorie individuate come fragili e, di conseguenza, a nuclei familiari con all’interno almeno un componente disabile, minorenne, over 60 o in condizione di svantaggio e inserito in un programma di assistenza con i servizio sociali territoriali.

Il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl) è una misura, invece, che è partita già dal 1° settembre scorso e si rivolge al singolo componente del nucleo familiare che sia in possesso di determinati requisiti reddituali, economici e di cittadinanza e abbia un età compresa tra i 18 e i 59 anni.

Il Sfl dovrebbe agevolare il singolo nella ricerca di una nuova occupazione anche attraverso l’individuazione di attività formativa per la qualificazione o la riqualificazione dei beneficiari.

Proprio a proposito delle due misure il ministro Calderone, agli Stati Generali, ha affermato che: ” Il lavoro cambia, come pure il mercato del lavoro, per questo motivo non ritengo che l’attuale modello di sostegno (Assegno di inclusione più Supporto formazione lavoro n.d.r.) sia perfetto e non oggetto di modifiche future, non escludo possano esserci novità specialmente nel caso in cui dovessero cambiare gli scenari. Abbiamo però ritenuto fosse necessario intervenire su Reddito di Cittadinanza perché la politica attiva è stata fallimentare, per quanto ci siano stati dei buoni risultati sul fronte del sostegno alle categorie fragili”.

L’intervento sul Reddito di cittadinanza si è reso necessario in quanto, pur avendo agito la misura sul fronte del sostegno economico, la misura ha fallito nella parte fondamentale che doveva portare a una inclusione lavorativa dei beneficiari.

Parlando sempre del Reddito di cittadinanza e del Supporto formazione lavoro, Calderone ha fatto notare che su 200 mila occupabili, che uscivano dal Reddito di Cittadinanza, solo il 40% ha fatto domanda per il Supporto Formazione lavoro. Questo a dimostrazione che i canali di ingresso nel mondo del lavoro sono anche altri.

Il tutto, però, senza tenere conto, da parte del Ministro, che in molti casi, venuto meno il sostegno economico del Reddito di Cittadinanza, molti si sono dovuti attivare nella ricerca di una nuova entrata, non sapendo quando il Sfl sarà effettivamente erogato (i tempi di attesa potrebbero richiedere almeno un paio di mesi tra la presentazione della domanda all’Inps, l’iscrizione alla piattaforma per l’Inclusione Sociale, la sottoscrizione dei patti e la frequentazione di un corso o altra iniziativa di attivazione lavorativa).

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